Intelligenza situazionale, al cuore dell’acume manageriale
Per un Manager di Transizione è fondamentale essere in grado di cogliere tutti i parametri in campo riguardo ad un problema, per poterlo risolvere. In questa prospettiva, è fondamentale una buona comprensione della situazione e della posta in gioco tra gli attori. Una delle competenze decisive in tal senso per i Manager di Transizione è sicuramente l’intelligenza situazionale: concentriamoci su di essa.
1 – Cos’è l’intelligenza situazionale?
Meno nota di altre forme di intelligenza, può essere definita come la capacità di comprendere una situazione in tutte le sue dimensioni, e di adattarsi di conseguenza, per fornire una risposta adeguata.
L’intelligenza situazionale ci permette di comprendere meglio le sfide in gioco, i fattori di “disturbo”, i blocchi e i possibili ostacoli, tentando di risolverli.
È quindi molto importante per comprendere ciò che si esprime, più o meno esplicitamente, nelle relazioni interpersonali e nelle dinamiche di gruppo. Le fasi di consultazione, negoziazione, gestione dei conflitti o consulenza sono favorevoli alla sua attivazione: l’intelligenza situazionale contribuirà all’intelligenza collettiva, coinvolgendo il maggior numero possibile di persone in un processo di trasformazione.
2 – Perché è vitale per il Manager di Transizione?
Prendiamo come esempio una classica situazione di tensione tra due persone: si può spiegare come un conflitto di ego? È dovuto ai rapporti di potere? Siamo nel campo professionale o personale? L’esperienza del Manager di Transizione gli consentirà di individuare segnali deboli e identificare gli elementi di “disturbo” della situazione, arrivando a definire una direzione comune, co-costruire il processo e, infine, promuovere l’adesione.
Trovandosi al di fuori dell’azienda in cui svolge una Missione, il Manager di Transizione può valutare e tenere conto più facilmente delle situazioni con cui si confronta. Durante l’incontro di analisi dei bisogni e successivamente quando assumerà il suo incarico, il Manager dovrà capire come lavorano gli individui. Sono sufficientemente proattivi da diventare sponsor del processo? O al contrario, sono reticenti? Come si spiegano queste differenze di postura? L’obiettivo del Manager sarà quello di capire come il sistema organizzativo contribuisce all’atteggiamento di una persona, promuovendo poi un cambiamento nell’ambiente professionale che ispiri fiducia nei dipendenti.
Questo processo verrà ulteriormente approfondito durante la fase di diagnosi. Gli incontri confidenziali offrono l’opportunità di identificare in che modo i collaboratori si pongono nei confronti del cambiamento prefissato – anche se questo significa escludere una persona dal processo se in chiara opposizione.
3 – Quali sono le componenti dell’intelligenza situazionale?
La meta-postura del Manager di Transizione gli permette di identificare i meccanismi situazionali in campo. La sua intelligenza emotiva è fondamentale per capire qual è il significato profondo di un comportamento: gli consentirà di mobilitare la sua attenzione, decifrare le posture e il linguaggio del corpo, la comunicazione verbale e non, il tono degli scambi, l’evoluzione delle posizioni reciproche. Il senso di osservazione e di ascolto sono quindi le due componenti principali dell’intelligenza situazionale. Il Manager di Transizione farà affidamento sulla sua empatia per porre domande, riformulare e interpretare senza esprimere un giudizio di valore.
Mettersi nei panni dell’altro tenendo conto del contesto non si può improvvisare; bisogna sviluppare la capacità di anticipare certi comportamenti, il che presuppone una buona conoscenza di sé stessi. Sviluppare l’intelligenza situazionale comporta quindi un approccio riflessivo, sotto forma di un’analisi dei propri punti di forza e di debolezza. È importante, inoltre, avere un buon livello di autocontrollo, per fare un passo indietro senza lasciare che le emozioni prendano il sopravvento. Tutte queste competenze permettono al Manager di Transizione di identificare soluzioni concrete, definendo una strategia e un piano d’azione che siano adatti alle specificità del contesto.
L’intelligenza situazionale si arricchisce attraverso l’esperienza: come, in una data situazione, si evolvono o meno le posture degli uni e degli altri? Anche i workshop di co-sviluppo e la condivisione delle migliori prassi possono aiutare a rafforzare questa forma di intelligenza, così come la formazione mirata su alcuni suoi aspetti, in particolare la comunicazione.
Riuscire a reagire efficacemente a situazioni molto diverse, che coinvolgono molteplici forme di relazioni interpersonali, è una sfida ricorrente per il Manager di Transizione. Attivando la loro intelligenza situazionale, potranno comprendere più chiaramente il contesto, imparando ad anticipare e gestire gli imprevisti in modo più efficace. Il processo di trasformazione, in questo modo, può essere avviato su basi solide e sane.